sabato 8 gennaio 2005

Banca Centrale, inflazione e Stato

05 Gennaio 2005,

di USemLab



Non c'è forse prova più evidente di quanto i governi dei
paesi cosiddetti liberaldemocratici siano diventati
potenti del fatto che i cittadini di tali paesi tacciano
inebetiti mentre i loro governi compiono atti che
manderebbero la gente in prigione.
Ad esempio il governo USA può attaccare paesi stranieri
e chiamare sinistramente, nella lingua di legno degli
statalisti, la strage di civili innocenti
“danno collaterale”.
Nella nostra epoca lo stato può attaccare impunemente
la proprietà di chiunque e tuttavia creare una differenza
ideologica tra questa confisca e il furto criminale.

Le operazioni del Warfare-Welfare State sono finanziate
attraverso il sistema della banca centrale nazionale.
La banca centrale ha il potere di determinare la politica
monetaria ed è la depositaria dell'autorità legale a
espandere o contrarre la massa monetaria in circolazione.

Allo stesso modo in cui i cittadini ignorano il furto e
l'omicidio quando commessi dallo stato, così tacciono
quando è lo stato a intraprendere la falsificazione
della moneta attraverso l'azione della banca centrale.

Ci sono poche istituzioni in una nazione più influenti
di una banca centrale e niente di più importante in una
economia del mezzo di scambio, la moneta.
Cos'altro permette al governo di accumulare debiti enormi
che a loro volta rendono possibile l'espansione del
Leviatano?
Quale altra variabile economica ha effetti causali
maggiori sulla vita e sull'attività economica?

Naturalmente è comprensibile perché la gente e la quasi
totalità dei politici lasci la questione nella mani
della banca centrale e del tesoro.
La politica monetaria difficilmente può diventare un
tema caldo di discussione mediatica: meglio concentrarsi
sui benèfici Organismi Geneticamente Modificati o su
una irrilevante modifica di un articolo del delirante
Statuto dei Lavoratori.
I tassi di cambio flottanti raramente scaldano il sangue
delle masse da cui dipende la rielezione e tutti i temi
che riguardano la moneta e la banca centrale sembrano
troppo complessi perché le folle possano capirli.

Le discussioni di politica monetaria implicano il
maneggio di termini come tassi di cambio, swap, tasso
di sconto, curva dei tassi, arbitraggi, M1, M2, M3, MZM,
velocità di circolazione, equazione di Fischer,
parità di potere d'acquisto: termini che non finiranno
mai nel lessico del cittadino medio.

Sebbene la terminologia tecnica e i complessi dettagli
della teoria e della politica monetaria siano mediamente
inaccessibili, il processo base che impegna la banca
centrale nel condurre la politica monetaria è
relativamente semplice.
Tutte le statistiche dettagliate, le relazioni dei
governatori e i modelli matematici oscurano l'essenza
della funzione di una banca centrale.

Sono tre gli strumenti usati principalmente da una
banca centrale per “gestire” la politica monetaria:
1)la fissazione della riserva minima per le banche
commerciali,
2)la fissazione del tasso di sconto a cui queste
prendono in prestito dalla banca centrale e
3)le operazioni a mercato aperto.

Al momento lo strumento più utilizzato è il terzo.
L'esame del funzionamento di questo strumento mostra
l'antieconomicità generale e la perniciosità sociale
del nostro sistema monopolistico di valute per decreto
inconvertibili.

Allo scopo di implementare la sua politica monetaria
la banca centrale cerca di controllare l'offerta di
moneta nell'economia.
Come ?
Alzando e abbassando il tasso di sconto.
Il Consiglio del Federal Reserve System (la FED, la banca
centrale statunitense), ad esempio, attraverso le
operazioni condotte sul mercato delle obbligazioni
governative dal suo Federal Open Market Committee (FOMC)
cerca di “creare” questo tasso, che è il tasso al quale
le banche si prestano fondi l'un l'altra overnight per
onorare i propri requisiti di riserva ed evitare di
essere sanzionate (Se le banche centrali si limitassero
a fissare questo tasso senza operare sul mercato aperto,
la risultanza sarebbe quella di creare le classiche
conseguenze di qualsiasi fissazione legale dei prezzi,
e cioè accaparramenti e carenze, in questo caso di fondi
a prestito.
Spero qualcuno ricordi le immortali pagine di Alessandro
Manzoni sulle conseguenze nella Milano dei suoi Promessi
della fissazione per decreto del prezzo della farina).
Essendo i requisiti di riserva statutari, ogni azione
che la FED intraprende nel restringere o allentare i
requisiti di riserva influenza il tasso a breve da
essa praticato.

Come fa la FED a comprare il debito emesso dallo stato
per condurre queste arzigogolate operazioni?
Crea, con il permesso della “legge”, moneta dal nulla!
Quando con essa il FOMC compra debito governativo o lo
vende meno rapidamente si ha una politica monetaria
espansiva.
Quando fa l'opposto, vendendo debito governativo o
comprandolo meno rapidamente, si ha una politica
monetaria restrittiva.

Con una interessante operazione semantica, la creazione
di denaro dal nulla operata da un privato cittadino e
detta falsificazione diventa, nel gergo statalista dei
banchieri centrali, degli economisti e dei giornalisti
di regime, “politica monetaria espansiva”, se operata
dalla banca centrale.
Tutti noi vorremmo poter operare la nostra personalissima
“politica monetaria espansiva”.

Tra parentesi le banche centrali, sebbene diverse nei
loro statuti, sono generalmente di proprietà di banche
private: esistono quindi nel nostro mondo dei privati
cittadini che possono attuare politiche monetarie
espansive private.
Compito per casa: scoprire chi sono e quali fini
perseguono con le loro politiche monetarie espansive.
La giustificazione che i governi offrono per il loro
immischiarsi nell'offerta monetaria è di nuovo qualcosa
di cui il cittadino medio sente parlare sui giornali:
iniettare liquidità nel sistema, calmierare i prezzi,
stimolare l'economia, raffreddare una economia
surriscaldata, ecc.
(Non posso continuare con gli esempi di gergo
giornalistico perché mi fanno l'effetto dell'altalena,
dopo tre swing ho il voltastomaco).

Sebbene queste giustificazioni possano presentare una
qualche sorta di ingannevole ragionevolezza, esse ignorano
costantemente il più grande e mai ammesso beneficio che
la banca centrale offre al governo: essa gli permette
di spendere impunemente fino a portarsi al limite della
bancarotta o dell'iperinflazione (questa è la ragione
per cui gli stati USA hanno solo deficit temporanei
e limitati al contrario del deficit federale che ha
superato i settemila miliardi di dollari).
Inoltre, ogni aggiunta marginale di unità di moneta
beneficia i debitori a spese dei creditori.
Questa inflazione permette ai governi di ridurre il
pagamento degli interessi reali sul debito.

I “difensori di una inflazione moderata” invocano la
banca centrale perché gli fornisca la panacea economica:
una relativa stabilità dei prezzi e lo stimolo per
la crescita economica.
In una economia libera a moneta aurea e senza banca
centrale, alla crescita della produttività corrisponde
una discesa dei prezzi dei beni e dei servizi.
Storicamente, sotto il gold standard, si è avuta nel
XIX sec. una deflazione dei prezzi benigna e naturale.
Ecco quindi che la supposta relativa stabilità di prezzi
in un regime di moderata inflazione depriva i consumatori
dei più alti standard di vita ottenibili tramite il
progresso tecnologico e l'integrazione internazionale
dei mercati.

Non soltanto il valore della moneta dovrebbe essere
lasciato fluttuare nel mercato esattamente come quello
di ogni altro bene, ma la regolazione governativa del
livello dei prezzi è molto più apparente che reale.
Una analisi dettagliata di come le istituzioni governative
determinino indici come il Consumer Price Index
(CPI (NYSE: CPY -notizie) ) o il Producer Price Index (PPI),
escludendone sistematicamente tutte le variabili che
potrebbero rivelare una misura attendibile dell'inflazione
dei prezzi, rivela la natura fraudolenta della
manipolazione monetaria.
Storicamente da quando la FED è nata nel 1913 il dollaro
ha perso il 96% del suo valore: certamente una bella
difesa del potere d'acquisto della moneta attuato dalla
banca centrale.

Tuttavia il trafficare con il debito di stato e la
distruzione del potere d'acquisto della moneta non sono
il più grave dei problemi creati dalla banca centrale.
Si noti che la conduzione di una “politica monetaria
espansiva” ad altro non si riduce che a far apparire
credito dal nulla, ovverosia a far apparire credito
non derivante dal risparmio di qualcuno.
Come potrebbe questo non creare distorsioni massive
nella struttura degli investimenti?

I metodi che la banca centrale usa per azionare la pompa
monetaria creano una aumento del credito, una politica
monetaria espansiva rende il prendere a prestito più
conveniente riducendo il tasso di interesse.
Questo è il modo in cui una politica monetaria espansiva
dovrebbe stimolare l'economia.
Ma questa infusione di liquidità riesce a creare
vera ricchezza?

Se si abbassa artificialmente il tasso di interesse,
più gente prenderà a prestito.
In particolare alcuni consumatori e imprenditori si
avventureranno in progetti impraticabili che un più alto
(naturale) tasso di interesse avrebbe sconsigliato.
La teoria austriaca del ciclo economico tratta in dettaglio
questo fenomeno; senza avventurarci nella discussione
particolareggiata della teoria, ci basta fare appello
all'intuizione del lettore che l'avventurarsi in progetti
imprenditoriali dubbi reso possibile da tassi di interesse
artificialmente bassi non può che concludersi in un disastro.
Sebbene inizialmente ci possa essere una fase di euforia
quando il credito viene artificialmente espanso, presto o
tardi le determinanti economiche fondamentali (il tasso di
risparmio, le preferenze temporali dei consumatori, ecc.)
mostreranno la non economicità di tante iniziative
imprenditoriali.

La complessità del sistema monetario riesce solo ad
offuscare la natura criminale del nostro sistema monetario.
Sebbene l'economia di regime insegni che l'inflazione
è un aumento del livello dei prezzi evidenziato da un
aumento di indici di dubbia attendibilità, l'inflazione
dei prezzi è il risultato dell'inflazione monetaria.

La falsificazione della moneta è un reato per una buona
ragione.
Essa mina il valore della moneta ed è del tutto
equiparabile ad un furto.
Come nel caso del furto e dell'omicidio, tuttavia,
lo stato sembra credere che le regole che valgono per
i cittadini non valgano per esso.
Qualcuno protesterà che la situazione è diversa quando
è il governo che promuove il furto (tassazione), l'omicidio
(guerra) e la falsificazione (politica monetaria).
Ed è proprio così: quando è lo stato a commettere questi
atti, le risultanze sono molto più imponenti e devastanti.


*Intervento a cura di Fabio Gardel - US Equity & Macro LAB



1 Comments:

Blogger admin said...

Il Comitato "Moneta Nostra", ADUSBEF ed European Consumers invitano a partecipare al:

1° Forum Nazionale sulla Riforma Monetaria
Roma, Domenica 30 Gennaio 2005
via Galilei, 57 (zona Termini)
Apertura lavori ore 13:00
Prenotazione gratuita obbligatoria (posti numerati)

Sito Internet: www.monetanostra.tk

3:40 AM  

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