domenica 14 dicembre 2008

La paura porta sotto lo 0 % i Titoli di stato degli Usa

La paura scatena un aumento degli acquisti di oro, che svuota i depositi dei
venditori e conduce i Titoli di Stato Usa a registrare rendimenti al di sotto
dello 0 %

La ricerca da parte degli investitori di strumenti sicuri per preservare le

proprie ricchezze, mentre la crisi finanziaria scuote la fiducia nel sistema, ha
causato movimenti di ampiezza straordinaria nei mercati globali nei giorni
recenti, conducendo il rendimento a 3 mesi dei Titoli di Stato Usa al di sotto
dello 0 % e causando una corsa all'acquisto per il possesso fisico di oro.

Ambrose Evans-Pritchard - "Telegraph"

http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/3703565/Fear-triggers-gold-shortage-drives-US-treasury-yields-below-zero.html

11 dicembre 2008


"Si tratta di pura e semplice paura senza piu' controllo: persino le

Istituzioni ritirano il denaro dalle banche, per detenerlo personalmente,
e metterlo cosi' al sicuro, almeno sino alla fine dell'anno," ha dichiarato
Marc Ostwald, un esperto di Obbligazioni presso la societa' finanziaria
"Insinger de Beaufort".

La corsa per portare i risparmi al rifugio sicuro costituito dai Titoli di Stato

Usa sta portando lo scompiglio in America nel mercato da 7 mila miliardi di
Dollari delle "Repo", usato per gestire la liquidita'. (NdT.: tramite il "Sale and
Repurchase Agreement" - contratto di vendita e di riacquisto - gli investitori
vendono un Titolo finanziario e contestualmente sottoscrivono un contratto
per ricomprare il medesimo titolo ad una determinata data successiva e ad
un prezzo prestabilito) I gestori dei Fondi di investimento stanno
prosciugando ogni titolo finanziario sano che riescono a trovare, perche'
non sono capaci di immaginare come apparira' il mondo
in gennaio 2009, quando riprendera' la normale attivita' degli affari.
Martedi' 09 dicembre 2008 i Titoli di stato Usa a 3 mesi hanno registrato
un rendimento negativo a - 0,01 % , il che implica che i Fondi pagano il
governo Usa per ottenere protezione (NdT.: dal rischio di perdere il
Capitale).

"Il comune investitore e' certo che il Tesoro Usa gli restituira' i suoi soldi,

mentre la sua banca potrebbe non esserci piu' " ha dichiarato
Paul Ashworth, economista del mercato Usa, impiegato presso la finanziaria
"Capital Economics" (NdT.: con filiali a Londra e Toronto) .

Anche i mercati dell'oro si sono trovati in subbuglio. Gli intermediari

asseriscono che e' diventato molto difficile acquistare il metallo fisico, in
forma di lingotti o monete. Il mercato si e' posto per la prima volta in
assetto tale che i venditori pagano ora una (NdT.: piccola) penale, pur di
essere autorizzati dal compratore ad effettuare le consegne in ritardo sulla
data stabilita, il che significa che i contratti a consegna futura costano ora
(NdT.: un poco) meno di quelli a consegna immediata.

Sembra che gli Hedge Fund in difficolta' vengano forzati a liquidare i

profitti sugli acquisti di oro a consegna futura, per coprire cosi' le perdite
registrate in altri mercati o per adempiere ai ritiri dei depositi richiesti dai
clienti. Ma gli investitori piu' piccoli - e forse anche qualcuno di quelli
grossi - stanno comprando oro a volumi record, e detti compratori
intendono accumularlo.

Gli ultimi dati forniti dal "World Gold Council" (Consiglio mondiale

dell'oro) mostrano che la domanda per monete, lingotti e certificati di
proprieta' di oro trattati sui mercati finanziari (NdT.: ETF - "exchange
traded funds") sono raddoppiati nel 3.o trimestre 2008, arrivando ad
ammontare a 382 tonnellate, rispetto al 3.o trimestre 2007. Tale importo
equivale al totale degli importi di tutte le vendite all'asta di oro effettuate
dalla Banca Centrale di Inghilterra tra il 1999 ed il 2002.

Peter Hambro, capo della societa' "Peter Hambro Gold", (NdT.: societa'

mineraria di esplorazione e produzione di oro, attiva soprattutto in Russia)
ha dichiarato che questi numeri riflettono un cambiamento degno di nota
nella struttura del mercato. La corsa ai beni rifugio riflette una miscela di
timori circa la fragilita' della finanza mondiale e le preoccupazioni che
la progressione verso il tasso di interesse allo 0 % potrebbe portare
addirittura ad una iper-inflazione, e magari scatenare un dibattito sul
reale valore di alcune divise (NdT.: dollaro, euro, yen, ecc.), provviste di
troppo limitata copertura di oro, e non convertibili in esso, se il portatore
lo richiedesse.

La semi-paralisi nei mercati "repo" potrebbe dimostrarsi con il tempo

niente altro che una crisi di nervosismo pre-Natalizia, quando a suo
tempo le banche renderanno pubblica la contabilita' del
4.o trimestre 2008.

Tuttavia emergono alcuni segni che l'estremo stimolo monetario

(NdT.: l'abbassamento sino verso lo 0 % del tasso di interesse) da parte
della US Federal Reserve e di altre banche (NdT.: centrali) sta
cominciando a produrre impreviste e sgradite conseguenze.

La Banca centrale del Giappone appare riluttante a portare di nuovo a zero

il tasso di interesse (NdT.: attualmente allo 0,30 %), a causa del danno che
cio' arreca ai mercati monetari, perche' un tasso anche lievemente positivo
serve come importante lubrificante del sistema creditizio.
Gli Usa cominciano ora a fronteggiare il medesimo dilemma.


Traduzione di Francesco Caselli.

14 dicembre 2008