Milioni potrebbero opporre resistenza al database, riferisce un sondaggio
Philip Johnston
05 dicembre 2006
I primi segni di una significativa rivolta popolare
contro il piano di azione del Governo per la "card" di
identità sono stati rilevati da un sondaggio YouGov (1)
per conto del "The Daily Telegraph".
Il sondaggio suggerisce che centinaia di migliaia di
cittadini, forse anche milioni, rifiuterebbero di
registrarsi sul database proposto, su cui si baserà il
progetto, anche se ciò comportasse una multa o la
reclusione.
Nonostante le proclamazioni ministeriali, nel corso del
passaggio attraverso il parlamento della "Legge per le
ID (2) Card" quali documenti di identità, che esisteva
esteso sostegno pubblico a favore del progetto da molti
miliardi di sterline, il rilevamento delle opinioni
mostra una nazione divisa in due sulla questione.
Il sondaggio indica anche una crescente preoccupazione
popolare in merito alla invasione operata dalla
cosiddetta "società della sorveglianza", con larghi
strati di cittadinanza sospettosi riguardo le intenzioni
del Governo.
Mentre la popolazione sembra accettare misure quali le
CCTV (3), camere televisive a circuito chiuso, che essa
ritiene aiutino a contrastare specifici problemi quali il
crimine, i cittadini sempre più hanno rifiutato la rapida
espansione degli archivi elettronici, che raccolgono
informazioni su ognuno.
Configurando un fenomeno irresistibile, i cittadini
rifiutano di concedere fiducia alle promesse del Governo
di non usare scorrettamente le informazioni personali e
temono che il database nazionale ID conterrà inaccurate
ed inaffidabili informazioni su di loro.
Sebbene la metà degli intervistati abbiano dichiarato di
sostenere tuttora l' idea delle card di identità nazionale,
ciò rappresenta un forte ribasso dall' 80 % di supporto
proclamato dai ministri pochi anni fa.
Molti tuttora non associano la card con il database
nazionale ID, che la accompagnerà. Quando intervistati
con maggiore insistenza, la maggioranza è risultata
contrariata che i propri dati personali fossero da
registrare e si è preoccupata che informazioni inaccurate
potrebbero causare loro danno, negando l' accesso a
servizi o a posti di lavoro.
Ancor più preoccupante per il Governo è che una larga
porzione degli interpellati accetterebbero una penalità
piuttosto che essere registrati. La metà di quelli che
si sono opposti al progetto ID - Documenti di Identità -
sarebbero disposti a pagare una multa o a rischiare la
prigione a seguito del rifiuto di fornire i loro dati
personali. Il 15 % ha dichiarato che andrebbero
piuttosto in prigione.
Anche se una larga percentuale di questi
"refuseniks" (4) alla fine si allineassero, esiste
tuttavia il potenziale per una enorme reazione negativa
della popolazione. Se appena 2 su 100 persone di età
superiore ai 16 anni rifiutassero di sottoscrivere,
il Governo dovrebbe perseguire 1 milione di cittadini.
La Legge sulle Card ID deliberatamente non ha reso il
rifiuto di registrarsi un reato penale da punire con la
prigione, perchè i ministri hanno voluto evitare la
creazione dei "martiri degli ID". Le principali penalità
consistono in una multa da 2.500 sterline per la mancata
registrazione ed in una da 1.000 sterline per la mancata
comunicazione alle autorità di un cambio di indirizzo.
Comunque, se i cittadini rifiutassero di pagare le loro
multe, allora insorgerebbe la prospettiva di andare in
prigione.
La Legge, altresì, non rende obbligatorio recare con se'
una "ID card", anche in questo caso per evitare il
cosiddetto "effetto Clarence Willcock", dal nome
dell' ultima persona perseguita a causa del rifiuto di
mostrare i suoi documenti ID del periodo bellico nel 1952,
episodio che portò alla loro abolizione.
I cittadini dovranno o esibire un documento presso una
stazione di polizia, se ne riceveranno richiesta, o
semplicemente saranno sottoposti a verifica dei loro dati
biometrici, che saranno immagazzinati nel database
nazionale, tramite speciali strumenti di lettura.
Il sondaggio costituisce la prima importante analisi
di opinioni da quando Tony Blair ha cercato di ravvivare
il pubblico interesse nel progetto ID il mese scorso.
Scrivendo su "The Daily Telegraph", egli ha dichiarato:
"Non possiamo ignorare i progressi nella tecnologia
biometrica, in un mondo in cui la protezione e la
convalida della identità sono più importanti che mai ...
Questa tecnologia ci consentirà di ridurre le attese,
migliorare l'accesso e rendere sicura un'intera serie
di servizi, conferendo certezza nel dichiarare la
nostra identità e semplicità nel verificarla."
Comunque il sondaggio YouGov mostra che molte persone,
consapevoli degli scadenti risultati del Governo nelle
Tecnologie Informatiche, non credono a tali dichiarazioni.
Un numero sostanziale di cittadini ritengono che il
database conterrà inaccurate ed inaffidabili informazioni.
I due terzi degli intervistati hanno dichiarato che non
nutrivano fiducia che il governo mantenesse riservate le
informazioni, nonostante le tutele realizzate nella
Legge.
Il sostegno alle ID card era più forte tra gli elettori
del Labour, e più debole fra i Tory ed i Democratici
Liberali, i cui partiti hanno dichiarato che
cestinerebbero il progetto.
Esiste anche irresistibile evidenza che mister Blair
sbaglia nello asserire che non c'è in ballo la questione
delle libertà civili, ma solamente un dibattito di costi
e di operatività. Di coloro avversi al database, il
70 % obietta per un motivo di principio.
Phil Booth, coordinatore nazionale del gruppo per la
campagna "No alle card di Identità" - NO2ID (5) -, ha
affermato che il sondaggio ha confermato un progressivo
declino nel sostegno al progetto ID, che crescerebbe,
quando la cittadinanza constatasse i costi implicati e
dovesse sottoporsi a fornire i propri dati biometrici,
recandosi presso uno dei centri della rete degli ID,
che è ora in via di allestimento in tutta la nazione.
"Dal prossimo anno le persone di almeno 16 anni che
richiedono il primo passaporto da adulto dovranno
presentarsi al più vicino centro, presso il quale
saranno sottoposti ad indagini sui precedenti, sarà ad
essi richiesto di porre la loro storia personale a
confronto con le registrazioni ufficiali, di effettuare
le foto e, fra non molto, il rilievo delle impronte
digitali," ha dichiarato mister Booth. "Quando ciò
comincerà ad avvenire, il sostegno pubblico slitterà
anche di più. La grande maggioranza della popolazione
non vuole essere trattata come numeri o come comuni
criminali."
Philip Johnston
reporter di politica interna
http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml%3Bjsessionid3DCNFYVWY1UHZ05QFIQMGCFFWAVCBQUIV0?xml=/
news/2006/12/04/ndata04.xml
Note del Traduttore
1) "YouGov" è una società di sondaggi di opinione
inglese, basata su Internet.
2) Identity Document - documento d'identità.
3) Closed-circuit television camera. Possono produrre
immagini o registrazioni a scopo di sorveglianza.
4) Il termine "refusenik" si applica a coloro che
rifiutano di partecipare ad attività forzate.
5) Letteralmente sigla delle iniziali "NO to Identity
Documents", con un gioco di parole tra la preposizione
"to" ed il numero "two, cioè 2".
traduzione di Francesco Caselli
05 dicembre 2006
I primi segni di una significativa rivolta popolare
contro il piano di azione del Governo per la "card" di
identità sono stati rilevati da un sondaggio YouGov (1)
per conto del "The Daily Telegraph".
Il sondaggio suggerisce che centinaia di migliaia di
cittadini, forse anche milioni, rifiuterebbero di
registrarsi sul database proposto, su cui si baserà il
progetto, anche se ciò comportasse una multa o la
reclusione.
Nonostante le proclamazioni ministeriali, nel corso del
passaggio attraverso il parlamento della "Legge per le
ID (2) Card" quali documenti di identità, che esisteva
esteso sostegno pubblico a favore del progetto da molti
miliardi di sterline, il rilevamento delle opinioni
mostra una nazione divisa in due sulla questione.
Il sondaggio indica anche una crescente preoccupazione
popolare in merito alla invasione operata dalla
cosiddetta "società della sorveglianza", con larghi
strati di cittadinanza sospettosi riguardo le intenzioni
del Governo.
Mentre la popolazione sembra accettare misure quali le
CCTV (3), camere televisive a circuito chiuso, che essa
ritiene aiutino a contrastare specifici problemi quali il
crimine, i cittadini sempre più hanno rifiutato la rapida
espansione degli archivi elettronici, che raccolgono
informazioni su ognuno.
Configurando un fenomeno irresistibile, i cittadini
rifiutano di concedere fiducia alle promesse del Governo
di non usare scorrettamente le informazioni personali e
temono che il database nazionale ID conterrà inaccurate
ed inaffidabili informazioni su di loro.
Sebbene la metà degli intervistati abbiano dichiarato di
sostenere tuttora l' idea delle card di identità nazionale,
ciò rappresenta un forte ribasso dall' 80 % di supporto
proclamato dai ministri pochi anni fa.
Molti tuttora non associano la card con il database
nazionale ID, che la accompagnerà. Quando intervistati
con maggiore insistenza, la maggioranza è risultata
contrariata che i propri dati personali fossero da
registrare e si è preoccupata che informazioni inaccurate
potrebbero causare loro danno, negando l' accesso a
servizi o a posti di lavoro.
Ancor più preoccupante per il Governo è che una larga
porzione degli interpellati accetterebbero una penalità
piuttosto che essere registrati. La metà di quelli che
si sono opposti al progetto ID - Documenti di Identità -
sarebbero disposti a pagare una multa o a rischiare la
prigione a seguito del rifiuto di fornire i loro dati
personali. Il 15 % ha dichiarato che andrebbero
piuttosto in prigione.
Anche se una larga percentuale di questi
"refuseniks" (4) alla fine si allineassero, esiste
tuttavia il potenziale per una enorme reazione negativa
della popolazione. Se appena 2 su 100 persone di età
superiore ai 16 anni rifiutassero di sottoscrivere,
il Governo dovrebbe perseguire 1 milione di cittadini.
La Legge sulle Card ID deliberatamente non ha reso il
rifiuto di registrarsi un reato penale da punire con la
prigione, perchè i ministri hanno voluto evitare la
creazione dei "martiri degli ID". Le principali penalità
consistono in una multa da 2.500 sterline per la mancata
registrazione ed in una da 1.000 sterline per la mancata
comunicazione alle autorità di un cambio di indirizzo.
Comunque, se i cittadini rifiutassero di pagare le loro
multe, allora insorgerebbe la prospettiva di andare in
prigione.
La Legge, altresì, non rende obbligatorio recare con se'
una "ID card", anche in questo caso per evitare il
cosiddetto "effetto Clarence Willcock", dal nome
dell' ultima persona perseguita a causa del rifiuto di
mostrare i suoi documenti ID del periodo bellico nel 1952,
episodio che portò alla loro abolizione.
I cittadini dovranno o esibire un documento presso una
stazione di polizia, se ne riceveranno richiesta, o
semplicemente saranno sottoposti a verifica dei loro dati
biometrici, che saranno immagazzinati nel database
nazionale, tramite speciali strumenti di lettura.
Il sondaggio costituisce la prima importante analisi
di opinioni da quando Tony Blair ha cercato di ravvivare
il pubblico interesse nel progetto ID il mese scorso.
Scrivendo su "The Daily Telegraph", egli ha dichiarato:
"Non possiamo ignorare i progressi nella tecnologia
biometrica, in un mondo in cui la protezione e la
convalida della identità sono più importanti che mai ...
Questa tecnologia ci consentirà di ridurre le attese,
migliorare l'accesso e rendere sicura un'intera serie
di servizi, conferendo certezza nel dichiarare la
nostra identità e semplicità nel verificarla."
Comunque il sondaggio YouGov mostra che molte persone,
consapevoli degli scadenti risultati del Governo nelle
Tecnologie Informatiche, non credono a tali dichiarazioni.
Un numero sostanziale di cittadini ritengono che il
database conterrà inaccurate ed inaffidabili informazioni.
I due terzi degli intervistati hanno dichiarato che non
nutrivano fiducia che il governo mantenesse riservate le
informazioni, nonostante le tutele realizzate nella
Legge.
Il sostegno alle ID card era più forte tra gli elettori
del Labour, e più debole fra i Tory ed i Democratici
Liberali, i cui partiti hanno dichiarato che
cestinerebbero il progetto.
Esiste anche irresistibile evidenza che mister Blair
sbaglia nello asserire che non c'è in ballo la questione
delle libertà civili, ma solamente un dibattito di costi
e di operatività. Di coloro avversi al database, il
70 % obietta per un motivo di principio.
Phil Booth, coordinatore nazionale del gruppo per la
campagna "No alle card di Identità" - NO2ID (5) -, ha
affermato che il sondaggio ha confermato un progressivo
declino nel sostegno al progetto ID, che crescerebbe,
quando la cittadinanza constatasse i costi implicati e
dovesse sottoporsi a fornire i propri dati biometrici,
recandosi presso uno dei centri della rete degli ID,
che è ora in via di allestimento in tutta la nazione.
"Dal prossimo anno le persone di almeno 16 anni che
richiedono il primo passaporto da adulto dovranno
presentarsi al più vicino centro, presso il quale
saranno sottoposti ad indagini sui precedenti, sarà ad
essi richiesto di porre la loro storia personale a
confronto con le registrazioni ufficiali, di effettuare
le foto e, fra non molto, il rilievo delle impronte
digitali," ha dichiarato mister Booth. "Quando ciò
comincerà ad avvenire, il sostegno pubblico slitterà
anche di più. La grande maggioranza della popolazione
non vuole essere trattata come numeri o come comuni
criminali."
Philip Johnston
reporter di politica interna
http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml%3Bjsessionid3DCNFYVWY1UHZ05QFIQMGCFFWAVCBQUIV0?xml=/
news/2006/12/04/ndata04.xml
Note del Traduttore
1) "YouGov" è una società di sondaggi di opinione
inglese, basata su Internet.
2) Identity Document - documento d'identità.
3) Closed-circuit television camera. Possono produrre
immagini o registrazioni a scopo di sorveglianza.
4) Il termine "refusenik" si applica a coloro che
rifiutano di partecipare ad attività forzate.
5) Letteralmente sigla delle iniziali "NO to Identity
Documents", con un gioco di parole tra la preposizione
"to" ed il numero "two, cioè 2".
traduzione di Francesco Caselli