domenica 30 gennaio 2005

Supremazia globale Usa potrebbe finire in 15 anni

Fred Kaplan

29 gennaio 2005

RAPPORTO DELLA CIA -
Il rapporto del Consiglio per le Informazioni di interesse Nazionale (NIC) Usa tratteggia un mondo dove sempre meno persone guardano agli
Usa come un modello di alcunche'.


Chi sara' il primo politico abbastanza coraggioso da dichiarare
pubblicamente che gli Usa sono un potere in declino e che i suoi leader
devono urgentemente discutere cosa fare in proposito ?
Questa prognosi di declino viene non (o non solo) da studiosi di sinistra
che tifano per il crollo dell' imperialismo, ma dal Consiglio per le
Informazioni di interesse Nazionale (NIC) - il "centro per il pensiero
strategico" all'interno della comunita' Usa per l' acquisizione delle
informazioni.

Le conclusioni del NIC vengono integralmente presentate in un nuovo
documento di 119 pagine, dal titolo "Disegnare la Mappa del Futuro
Globale: Rapporto del Progetto 2020 del Consiglio per le Informazioni di
interesse Nazionale." Il documento non e' classificato ed e' disponibile
sul sito Web della CIA. Il rapporto ha ricevuto modesta attenzione dalla
stampa nelle ultime due settimane, principalmente a causa della sua
previsione che nell'anno 2020 "l' Islam politico" sara' ancora "una
forza potente." Solo pochi articoli o colonne di giornale hanno preso
nota della sua conclusione centrale:

"Il probabile emergere della Cina e dell' India ... nella veste di nuovi
maggiori protagonisti globali - simile all' avvento della Germania unita
nel 19.o secolo e dei potenti Usa all'inizio del 20.o secolo -
trasformera' il panorama geopolitico con impatti potenzialmente
altrettanto drammatici di quelli avvenuti nei due secoli precedenti."

In questo nuovo mondo, appena 15 anni avanti a noi, gli Usa rimarranno
"un importante modellatore dell'ordine internazionale" - probabilmente
la singola nazione piu' potente - ma la sua "posizione di potere
relativo" sara' "erosa". I nuovi "poteri arrivisti" - non solo la Cina
e l' India, ma anche Brasile, Indonesia e forse altri - accellereranno
questa erosione, perseguendo "strategie disegnate per escludere o
isolare gli Usa", allo scopo di "forzare o lusingare " noi ad agire
secondo le loro regole.

La corrente politica estera Usa sta incoraggiando questa tendenza, ha
concluso il NIC. "La preoccupazione Usa per la guerra al terrorismo
e' largamente irrilevante per la problematica relativa alla sicurezza
della maggioranza degli Asiatici" - dichiara il rapporto. Gli autori
non sminuiscono l' importanza della guerra al terrore - lontano da cio'.
Ma essi scrivono che una "questione fondamentale" per il futuro del
potere e della influenza Usa e' se i politici Usa "possono offrire agli
stati asiatici una visione attraente di sicurezza e di ordine regionali,
capace di competere e magari superare quella offerta dalla Cina." Se
cio' non e', "il disimpegno Usa da quello che veramente interessa ai
suoi alleati Asiatici aumenterebbe la probabilita' che essi possano in
futuro salire sul carro di Pechino e consentire alla Cina di creare il
proprio sistema di sicurezza regionale, che escluda gli Usa."

Nella misura in cui questi nuovi poteri cercano altri da emulare, essi
potrebbero guardare all' Unione Europea , non agli Usa, come "un modello
di governo globale e regionale."

Questo cambiamento in un mondo multipolare "non sara' senza dolore"
- prosegue il rapporto - "e colpira' in modo particolare le classi
medie del mondo sviluppato", con ulteriori dislocazioni all'estero di
posti di lavoro e deflusso di capitale d' investimento. In breve, la
previsione del NIC comporta non solo una ricalibrazione nella bilancia
del potere mondiale, ma anche - mentre queste cose avvengono - una
perdita di ricchezza, di reddito e di sicurezza, in tutti i significati
della parola.

La tendenze dovrebbero gia' apparire evidenti a chiunque legga un
quotidiano. Non passa giorno senza un' altra storia di come stiamo
ipotecando il nostro futuro presso le banche centrali di Cina e
Giappone. Il deficit pubblico annuo Usa, che si avvicina ai 500 miliardi
(mezzo trilione) di dollari, e' finanziato dai loro acquisti di Titoli
di Stato Usa. Il deficit commerciale Usa - la gran parte del quale
realizzato a causa degli acquisti di beni fabbricati in Cina - ora
supera i 3 trilioni (3 mila miliardi) di dollari. Nel frattempo la Cina
sta soppiantando gli Usa per tutta l' Asia - nel commercio, negli
investimenti, nell'istruzione, nella cultura e nel turismo. Si sta anche
appropriando di parte dei mercati dell' America Latina. (La Cina e' ora
il mercato d'esportazione No. 1 del Cile ed il partner commerciale No. 2
del Brasile.). Gli studenti di ingegneria Asiatici, che una volta
avrebbero potuto andare al MIT o all' Istituto Californiano di
Tecnologia (Cal Tech), ora vanno alle Universita' di Pechino.

Nel frattempo, mentre l' Unione Europea diventa una entita' coesa, il
valore del dollaro contro l' euro e' precipitato di un terzo negli
ultimi 2 anni (un ottavo dal solo settembre 2004). Mentre il tasso di
rendimento del dollaro declina, gli investori in valuta - compresi
quelli che sinora hanno finanziato il nostro deficit - cominciano a
diversificare i loro investimenti. In Cina, Giappone, Russia e nel Medio
Oriente i banchieri centrali hanno scaricato i dollari a favore degli
euro. Le politiche di Bush, che hanno approfondito il nostro debito,
hanno altresi' messo in pericolo la condizione del dollaro quale valuta
mondiale di riserva.

Cosa sta facendo il governo Bush per contrastare il declino o almeno
attenuare il colpo ? Difficile da dire. Durante l' audizione di conferma
di Condoleezza Rice la settimana scorsa, il Senatore Paul Sarbanes,
Democratico del Maryland, le ha posto alcune domande a proposito
del nesso tra andamento della economia internazionale e potere politico
(n.d.t.: se, cioe', non fossero le azioni di politica estera Usa a
danneggiarne le relazioni economiche con il mondo).
La Rice lo ha rimandato per informazioni al segretario del tesoro.

Il NIC ha pubblicato il rapporto poche settimane prima del discorso
inaugurale di Bush, ma esso serve a buttare ancora piu' acqua fredda
sulla altezzosa fantasia che gli Usa stanno portando la liberta' a
popoli oppressi in quale che sia posto. In Asia - riferisce il rapporto -
"i presenti ed i futuri leader non prendono posizione sulla questione
della democrazia e sono piu' interessati allo sviluppo di quello che
essi possono percepire come il piu' efficace modello di governo." Se il
presidente realmente volesse diffondere liberta' e democrazia per il
pianeta, egli avrebbe bisogno (tra le altre cose) di presentare gli
stessi Usa come quel "modello di governo", per mostrare al mondo,
secondo il suo esempio, che le libere democrazie hanno successo ed e'
conveniente emularle. Invece il rapporto NIC tratteggia un mondo in cui
sempre meno persone guardano agli Usa come un modello di alcunche'.
Non possiamo vendere la liberta', se non possiamo vendere noi stessi.


Fred Kaplan scrive la colonna "War Stories (storie di guerra)"
per Slate (n.d.t.: e' il web-magazine, o web-zine, di proprieta'
della Microsoft, nato nel 1996).
Egli puo' essere contattato presso war_stories@hotmail.com.

fonte: http://www.iraq-war.ru/


traduzione Francesco Caselli



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