sabato 25 novembre 2006

Il Dollaro Usa e' il maggior fiasco della settimana

Peter Schiff

24 novembre 2006


Mentre gli statunitensi erano occupati a digerire i
banchetti del Ringraziamento, il resto del mondo
vomitava i dollari. Come risultato dei nostri massivi
deficit commerciali, gli stranieri certamente hanno il
ventre pieno di dollari. La condotta di questa settimana
nei mercati Forex (NdT. n°1) indica che essi forse
hanno finalmente mangiato il loro ripieno.
Sfortunatamente il cattivo sapore probabilmente
perdurera', perche' la rotta del dollaro e' solo
appena cominciata.

Poiche' i consumatori Usa affollavano i negozi questo
"venerdi' nero" (NdT. n°2), pochi avranno avuto notizia
che e' avvenuto il piu' significativo ribasso nel valore
della loro valuta. Se di qualcosa puo' dirsi che e'
stato annerito questo venerdi', questo e' il dollaro Usa.
Mentre i media rimangono concentrati a riferire dei
dollari che gli statunitensi stanno irresponsabilmente
spendendo, la notizia reale risiede nella perdita di
valore di quei dollari che gli stranieri stanno
insensatamente risparmiando. Le perdite sono
particolarmente piu' pronunciate tra le banche centrali
straniere, in misura piu' notevole la Cina, le cui
riserve di valute straniere, in vasta maggioranza
costituite di dollari Usa, recentemente hanno superato
un ammontare pari ad 1 trilione di dollari. Quando gli
stranieri finalmente decideranno che ne hanno avuto
abbastanza, la loro riluttanza ad accumulare dollari
aggiuntivi comportera' che la perpetua febbre di
acquisti degli statunitensi arrivera' finalmente ad
uno stridulo alt.

Questa settimana il dollaro Usa e' stato tagliato come
un tacchino per il Ringraziamento. Nei confronti di
franco svizzero, euro, sterlina inglese e yen giapponese,
il dollaro ha perduto rispettivamente 3%, 2,2%, 2% e 1,8%
del suo valore. Per porre in prospettiva quei ribassi,
in termini di euro il declino di oltre 60 punti del
Dow Jones di questa settimana si traduce nello
equivalente di un arretramento di 320 punti, quando lo
misuriamo in euro. Infatti dall'inizio dell'anno il Dow
e' in rialzo di solo circa un 3,5% se misurato in euro,
in confronto al suo progresso del 14,5 % quando viene
valutato in dollari Usa, che sono in corso di deprezzamento.
Dal suo massimo del 2000, il valore del Dow, misurato in
euro, e' in ribasso di oltre il 27%. In termini di oro,
la sola moneta mondiale legittima, il quadro e' anche
peggiore. Se misurato in oro, il Dow e' in ribasso di
oltre il 50% dal suo picco del 2000, ed attualmente
in calo di oltre il 7% finora questo anno. Sicche'
non merita di disquisire oltre del fasullo rialzo di
Wall Street !

A rischio di usare a sproposito il termine, la forza
relativa nel mercato delle obbligazioni e' un enigma,
data la recente debolezza del dollaro. Dal punto di vista
dei nostri creditori, la sola cosa peggiore che detenere
dollari e' possedere diritti futuri ai dollari, il che e'
quello che le obbligazioni in sostanza rappresentano.
Quando gli stranieri cominciano a scontare un aggiuntivo
10 % di ribasso annuale del dollaro nel valutare i
rendimenti delle obbligazioni Usa in valuta, le
quotazioni di queste ultime andranno rapidamente a
capofitto.

Inoltre non cessa mai di stupirmi la maniera in cui
gli investitori Usa possano essere tanto concentrati
sui prezzi delle azioni, e tuttavia rimanere immemori
di quello che tali quotazioni in effetti indicano.
Le quotazioni azionarie naturalmente rappresentano
importi di dollari. Pertanto i reali valori del mercato
azionario in effetti dipendono dal potere di acquisto
del dollaro. Concentrarsi sul primo elemento, e nel
frattempo ignorare il secondo e' uno dei maggiori
errori che la maggior parte degli investitori compiono.

Sfortunatamente la previsione tecnica per il dollaro,
e per estensione quella della intera economia Usa e
dei mercati finanziari che essa sostiene, si sta
rapidamente deteriorando. L'Indice del dollaro, ora
valutato attorno a 83,5 , ha rotto gli argini,
nonostante alcuni fondamentali livelli di supporto, ed
il prossimo appoggio che provera' sara' probabilmente
il suo record minimo di tutti i tempi, poco al di
sotto di 80. Se quel tentativo fallira', come con grande
probabilita' succedera', guardate a valori inferiori.
Una volta che il dollaro si avventurasse in territorio
sconosciuto, le vendite si intensificherebbero, con
l'indice del dollaro trattato al di sotto di 70 in un
battibaleno. La mia previsione finale per tale indice
e' 40, che letteralmente taglierebbe il valore del
dollaro a meta'. Ritengo che l'intero ribasso avverrebbe
in appena due anni. Ponendo di nuovo tale declino in
prospettiva, esso sarebbe l' equivalente di un ribasso
di oltre 6.600 punti del Dow. Naturalmente questa
valutazione presume che la Fed finalmente diventi seria
e che il Congresso ed il Presidente diano ascolto alla
sua predica. Se cio' non accadesse, e l' iper-inflazione
ne conseguisse, l' indice del dollaro cadrebbe molto
piu' in basso, forse persino scenderebbe al di sotto
del valore 10, prima di fermare la caduta su terreno
solido.

Non fate l'errore di ritenere che questo sia in qualche
modo un problema che riguardi gli stranieri. Saranno
gli statunitensi che avvertiranno le perdite nella
maniera piu' dolorosa, perche' cio' portera' a
significativi aumenti sia nei prezzi al consumatore
che nei tassi di interesse, e condurra' al ribasso dei
valori patrimoniali, in modo particolare per le
proprieta' immobiliari ad uso residenziale. In altre
parole, cio' che possediamo varra' molto meno e quello
che abbiamo bisogno di comprare costera' molto di
piu'.

Non attendete che i fatti succedano per entrare in
azione.
Proteggete i vostri averi e preservate il vostro
potere d'acquisto, prima che sia troppo tardi.
Scoprite il miglior modo per comprare oro presso
www.goldyoucanfold.com,
scaricate il mio rapporto gratuito di ricerca sul
potente contenitore per investire nei titoli azionari
stranieri, disponibile all'indirizzo
www.reesearchreportone.com,
e sottoscrivete per ricevere gratuitamente online la mia
lettera periodica di informazioni per investimenti presso
http://www.europac.net/newsletter/newsletter.asp.


Peter Schiff
amministratore delegato e responsabile delle strategie
globali presso Euro Pacific Capital, Inc.

24 novembre 2006

pubblicato da http://iraqwar.mirror-world.ru/
indirizzo originale: http://www.safehaven.com/article-
6367.htm

Note del Traduttore:
1) Il Forex e' il mercato internazionale delle valute.
2) Il giorno successivo a quello del Ringraziamento,
che e' il quarto giovedi' di novembre, viene considerato
da una teoria con una certa diffusione in Usa il primo
giorno dell'anno in cui i negozi cominciano a fare utili,
da scrivere pertanto con inchiostro nero (donde il nome),
essendo i precedenti giorni dell'anno serviti solo ad
appianare le spese, registrabili con inchiostro rosso.


Traduzione di Francesco Caselli

Funzionamento del sistema giuridico e bancario per le imprese

Intervista all'Avv. Marco della Luna da parte di
Etleboro Italia


22 novembre 2006


Abbiamo chiesto così all'Avv. Marco della Luna una
sua consulenza su quello che è oggi il funzionamento
del sistema giuridico e bancario che le imprese
quotidianamente incontrano.


« Quelle tra giudici e banchieri sono senz'altro delle
alleanze molto pericolose.

Nel sistema italiano di potere, osserviamo una marcata
analogia tra la categoria dei banchieri e la categoria
dei magistrati. Entrambi, banchieri e magistrati,
eleggono l’organo di autogoverno di categoria e in esso
hanno una partecipazione dominante: le banche, nominano
il Governatore della Banca d’Italia e la Banca Centrale
Europea e partecipano la seconda attraverso la prima;
i magistrati, nominano tra i propri iscritti 20 dei 30
componenti del Consiglio Superiore della Magistratura.
Entrambe le categorie (alcuni le chiamano “corporazioni”),
giudiziaria e bancaria, nominano e controllano così i
propri controllori, si fanno regolamenti interni,
giudicano i propri iscritti secondo logiche interne, si
impermeabilizzano a controlli esterni (ossia degli organi
di elezione popolari, volgarmente detti ‘democratici’),
così che si possono imporre come interlocutori forti
(perchè autonomi) agli organi costituzionali.

La categoria dei banchieri è però molto più forte di
quella dei magistrati, e ciò dovrebbe esser tenuto
presente dai magistrati stessi, nel loro proprio
interesse, perché le alleanze fatte con chi è molto
più potente sono alleanze, alla fine, perdenti.

Facciamo qualche semplice considerazione…
In Italia è invalso, in favore delle banche, un sistema
fatto di norme codicistiche e non codicistiche, nonché
di prassi giudiziaria, che funziona come segue:
I tribunali, quando le banche dichiarano di avere un
credito verso i loro clienti, concedono alle banche,
a vista, decreti ingiuntivi contro i clienti medesimi,
sulla base di documenti di formazione bancaria, anche
in assenza di una vera prova del preteso credito.

Non solo concedono questi decreti ingiuntivi, ma li
dichiarano immediatamente esecutivi, ingiungendo ai
malcapitati clienti delle banche, senza prima aver
sentito le loro ragioni, di pagare subito, pena il
pignoramento. E’ vero che l’art. 642 del Codice di
Procedura Civile permette di dichiarare un decreto
ingiuntivo immediatamente esecutivo e di qualsiasi
prova dei presupposti dell’art. 642 cpc per la
concessione dell’immediata esecuzione, come in
questo caso.

Ma è anche vero che l’art. 642 richiede la prova di un
pericolo nel ritardo, che giustifichi l’urgenza.
Orbene, questo pericolo viene identificato dalla banca,
e purtroppo anche dai giudici, col semplice ritardo di
pagamento affermato unilateralmente dalla banca stessa.

La banca immediatamente, in forza di tale decreto e
prima di notificarlo al proprio cliente, iscrive
un’ipoteca giudiziale sulla totalità dei beni immobili
del cliente. Ciò anche quando i beni immobili hanno un
valore multiplo del preteso credito.
Per un vantato credito di 100.000 Euro, supponiamo,
la banca iscrive ipoteca per beni di 1.000.000 di Euro
.

Al contempo, la banca segnala alla Centrale Rischi
Interbancaria della Banca d’Italia la supposta insolvenza
del cliente, senza, perlopiù, curarsi di accertare se il
cliente sia insolvente e anche quando, il cliente non è
affatto insolvente, ma molteplicemente capiente.

A questo punto, grazie al pretesto così creato della
segnalazione CRI,
il sistema bancario, che è un cartello privato,
comprendente i privati proprietari della Banca
d’Italia (tali contro l’art. 3 dello Statuto della
medesima) che questa stessa dovrebbe disciplinare
,
tira la rete, ossia blocca completamente, l’operatività
finanziaria del cliente, causandogli danni potenzialmente
letali, mettendolo in ginocchio, e sovente costringendolo
a cedere alle pretese della sua consociata se non vuole
soccombere.

L’alternativa, per il cittadino cliente, è sperare in un
congruo risarcimento al termine di una lunga causa, ossia
al passaggio in giudicato della sentenza – dopo anni e
anni in cui non potrà operare – risarcimento che non
potrà essere congruo, perché non è possibile provare
congruamente il lucro cessante.

Questo è un sistema molto efficiente per i banchieri.
Dà loro un potere non solo giuridico, ma anche
economico e politico sulla società.

Forse i giudici che si occupano dei suddetti decreti
ingiuntivi dovrebbero riflettere sulla portata di ciò,
sulla trasformazione degli assetti di potere che ciò
apporta nella costituzione materiale, sull’opportunità
di usare diversamente i propri decisivi poteri.

Perché, in una prospettiva di medio termine, non
conviene ad alcuno, se non ai banchieri, vivere in
una società regolata interamente dal sistema bancario
privato, dove già ora, giorno dopo giorno di più, i
cittadini si ritrovano a dipendere da esso e dal suo
credito per sempre più numerose necessità della vita,
grazie a governi che sempre sono, essi stessi,
dipendenti dal sistema bancario.»


Intervista all'Avv. Marco della Luna da parte di
Etleboro Italia


http://www.etleboro.blogspot.com/

mercoledì 22 novembre 2006

Nuovo rapporto getta luce preoccupante sulle infezioni ospedaliere

Dan Childs

14 novembre 2006


Le infezioni contratte durante le permanenze in ospedale
uccidono piu' persone che cancro della mammella,
incidenti d' auto ed Aids sommati.

Una visita in ospedale puo' essere piu' pericolosa per
la vostra salute di quanto vi rendiate conto.
Semplicemente chiedete ad Ingrid Kwiatek, che e' tornata
a casa dall'ospedale con una seria infezione da
stafilococco.

Il marito della Kwiatek ha dichiarato che quello che
era cominciato come una visita di routine in ospedale
si e' tramutato in un incubo di 110 giorni di dolore
e sofferenza in tre differenti ospedali della
Pennsylvania.

"Mai augurerei questa esperienza a qualcuno," ha
affermato. "Specialmente tormentoso e' stato
l'atteggiamento a ranghi chiusi (NdT. n°1), presso tutti
e tre gli ospedali, nel dibattere dell' infezione."

Subentrato dopo l' incidente, il medico di famiglia
della Kwiatek ha commentato cosi': "Gli ospedali sono
luoghi sporchi."

Gli alti costi delle infezioni.

Un nuovo rapporto rilasciato dal "Pennsylvania Health
Care Cost Containment Council" (Consiglio per il
contenimento dei costi del sistema sanitario della
Pennsylvania) ha incentrato l'attenzione verso il costo
di queste infezioni, alto sia in dollari che in vite.

Il rapporto - il primo del suo genere nella nazione -
ha indicato il numero effettivo delle infezioni
rilasciato dai 168 ospedali della Pennsylvania, cosi'
come altri correlati indici di qualita' della assistenza,
relativi al 2005.

Gli ospedali hanno studiato 19.154 casi, su cui e'
incentrato il rapporto, in cui i pazienti hanno contratto
infezioni di derivazione ospedaliera. Le ospedalizzazioni
risultanti da queste infezioni sono ammontate a 394.129
giorni di degenza ospedaliera ed a 3,5 miliardi di dollari
di fatturazione ospedaliera.

La fatturazione ospedaliera media per i pazienti affetti
da una infezione di derivazione ospedaliera e' stata di
185.260 dollari, mentre la fatturazione media per
pazienti esenti da infezioni di derivazione ospedaliera
e' stata di 31.389 dollari. Anche la durata media del
ricovero per pazienti affetti da infezioni di
derivazione ospedaliera e' stata maggiore, pari a
20,6 giorni, rispetto a 4,5 giorni per coloro che non
avevano contratto infezioni di ospedale.

Piu' significativi, tuttavia, sono stati i numeri delle
morti dei pazienti. Il rapporto ha acclarato che, mentre
e' morto il 2,3 % dei pazienti che non avevano contratto
le infezioni, il tasso di mortalita' per quelli che
avevano contratto le infezioni era stato del 12,9 % -
piu' di 5,5 volte maggiore.

"Questo rapporto e' un inizio. Non guardiamo piu' a
statistiche basate su stime o su dati estrapolati," ha
dichiarato Lisa McGiffert, direttrice della campagna
delle Associazioni dei Consumatori per contrastare le
infezioni contratte in ospedale. "Queste sono persone
reali, che hanno sofferto di infezioni autentiche.
I costi personali e finanziari delle infezioni contratte
in ospedale sono sbalorditivi."

Lo studio della Pennsylvania ha offerto alcune soluzioni.
Ha concluso che i medici e gli altri lavoratori
ospedalieri dovrebbero lavarsi le mani con maggiore
regolarita', usare i guanti ed attrezzature correttamente
sterilizzate, e seguire di routine gli stabiliti "migliori
protocolli". Il rapporto ha anche suggerito che i pazienti
stessi seguano le identiche linee guida ed insistano
perche' non solo i sanitari, ma anche i visitatori si
lavino le mani.

Indagare sulla Sicurezza in ospedale.

Cio' che contribuisce al problema, tuttavia, secondo
i dirigenti sanitari, e' che alla maggior parte degli
stati Usa non viene richiesto di redigere rapporti
sulle infezioni o di fornire tali informazioni al
pubblico.

"E' tempo di far luce su questo importante e costoso
problema," ha affermato Marc Volavka, direttore
esecutivo del Consiglio per il contenimento dei costi
del sistema sanitario della Pennsylvania.
"Cio' salvera' migliaia di statunitensi dai devastanti
effetti delle infezioni contratte in ospedale."

Volavka ha dichiarato che il rapporto e' un primo passo
verso una maggiore trasparenza.

"E' tempo che ospedali, pazienti e quelli che pagano
le fatture sanitarie sappiano quanti pazienti sviluppano
infezioni contratte in ospedale, il tipo delle infezioni
che essi sviluppano, e le implicazioni sulla qualita' ed
il costo delle cure," ha affermato Volavka. "Quanto piu'
numerose sono le informazioni che diventano disponibili,
tanto meglio ci si potra' concentrare sulla prevenzione
di queste infezioni."

"Finora i consumatori sono stati completamente
all'oscuro in merito al tasso di incidenza nello
infettare i ricoverati da parte del proprio ospedale,"
ha dichiarato Beth McConnell, direttrice del Fondo
culturale per le ricerche di gruppo di pubblico interesse
della Pennsylvania. "Questo rapporto fa progredire le
conoscenze su di un problema molto serio ed aiutera'
il pubblico a considerare gli ospedali responsabili
della sicurezza dei pazienti."


Dan Childs

Unita' Medica di ABC News
http://abcnews.go.com/Health/story?id=2652355&page=2

Nota del traduttore
1) presumibilmente in riferimento al comportamento
poco trasparente degli operatori sanitari ospedalieri


traduzione di Francesco Caselli

domenica 19 novembre 2006

Suonate l'allarme – La Nato verso lo scioglimento

Edward Lucas

17 novembre 2006


Il compito della Nato, secondo un classico detto della
guerra fredda, era "mantenere gli Statunitensi dentro,
i Tedeschi sottomessi, ed i Russi esclusi". Mentre la
Alleanza Atlantica si prepara a riunirsi a Riga per il
piu' misero incontro al vertice nella sua storia, essa
sta perdendo su tutti e tre i fronti.

I legami tra Usa ed Europa non sono stati mai piu' deboli
di oggi. La "vecchia Europa", come Donald Rumsfeld l'ha
definita, ha detestato la guerra in Iraq. Il "fiasco"
conseguito dalla occupazione guidata dagli Usa in quella
nazione giustifica quelli, quali il presidente francese
Jacques Chirac, che non vogliono alcuna parte in qualsiasi
sistemazione geopolitica che riguardi gli Usa.

A somiglianza del governo di Tony Blair, i leali stati
ex-comunisti della "Nuova Europa" sono stati scottati
dalla loro posizione pro-Usa. Questi nuovi membri della
Nato hanno coraggiosamente mandato truppe in Iraq ed in
Afghanistan – ma non hanno ricevuto nulla in cambio.
Un politico di lunga data di una nazione est-europea
conosciuta per il suo Atlantismo afferma in modo
esplicito: "Sino a questo momento questa
amministrazione non ha voluto alleati. Essa non ha
fornito assistenza e non ha ascoltato pareri."

Il comportamento maldestro degli Usa e la diffidenza
Europea creano un circolo vizioso. La Casa Bianca vede
la maggior parte delle nazioni Nato deboli e timide,
ritiene che spendano troppo poco per la difesa e che
non vogliano mettere a rischio truppe e materiale
neanche dove e' importante farlo. In Afghanistan il
largo contingente della Germania agisce come se fossero
vigili urbani ed operatori sociali: il loro governo
vieta ad essi di combattere i Talebani; i loro tentativi
di addestrare la polizia Afghana sono risultati
disastrosamente inefficaci. Da parte loro le altre
nazioni Nato considerano gli Usa prepotenti e
avventati.

Il solo risultato e' che la Nato fatica ad operare
fuori dell' Europa, in luoghi quali il Darfur, dove
serve con urgenza un intervento militare robusto.
La contrapposizione dei pareri ha anche fatto fallire
il tentativo della Nato di rendere la sua tanto
propagandata forza di reazione operativa in tempo per
il summit imminente.

Peggio ancora, il grande progetto di espandere la Nato
si e' fermato. Questo sara' il primo summit dal collasso
del comunismo che non emettera' alcun nuovo invito alla
adesione. Questa e' una tragedia. L'allargamento della
Nato ha rinforzato la liberta' e radicato la democrazia
per tutto il continente. Il summit nella capitale Lettone
costituisce un potente promemoria: senza la adesione alla
Nato, che essi conseguirono nel 2004, gli indifesi Stati
Baltici avrebbero rappresentato una pericolosa terra di
nessuno per quanto riguarda la sicurezza. Ora essi
contribuiscono alla Nato – con un numero simbolico di
militari, e vitali servizi di informazioni elettronici
ed umani – e sono ancorati all'Occidente.

Il successo conseguito dallo allargamento ha dimostrato
sbagliate le ammonizioni della Russia, che prediceva la
rovina. Ma il Cremlino ha ora conseguito qualcosa che gli
sfuggiva dalla fine della guerra fredda: un veto alla
espansione Nato. In Ucraina il partito pro-Russia al
governo, che ha sconfitto i partiti pro-Occidente
(tuttavia profondamente corrotti ed incompetenti) della
"Rivoluzione Arancione" del 2004, ha apertamente
dichiarato che non ha alcun interesse ad aderire alla
alleanza.

Cio', come si puo' dimostrare, e' una questione che
riguarda l' Ucraina, sebbene la pubblica opinione sia
stata invelenita contro la Nato dalla propaganda, che la
ritraeva come una cupola di guerrafondai, piuttosto
che un' alleanza di democrazie di successo e prospere.

Molto peggiore e' il caso della Georgia, caratterizzata
da rapide riforme, ardentemente pro-Occidente, e situata
in modo cruciale agli incroci tra Europa ed Asia. Essa e'
smaniosa di aderire. Ma Francia, Grecia ed altre nazioni
pro-Russia dicono di no. Esse accettano integralmente la
pretestuosa argomentazione del Cremlino che esso sente
che la sua sfera di influenza viene violata. Esse non si
chiedono mai perche' gli stati piu' vicini alla Russia
trovino il suo abbraccio tanto soffocante.

La Georgia e' stata abbandonata anche dal suo principale
alleato, gli Usa, perche' essi sono alla disperata ricerca
dell' aiuto del Cremlino contro Iran e Corea del Nord.
Gli Usa non hanno difeso la Georgia da una risoluzione
critica presso l' ONU ed hanno fatto cadere tutte le
obiezioni in merito alla adesione, a lungo bramata dalla
Russia, alla World Trade Organisation.

Mentre il potere degli Usa ha fatto passi indietro,
quello della Russia e' cresciuto. La Russia non solo
fornisce un quarto del gas all' Europa. Il monopolio
del Cremlino sui gasdotti per l' esportazione ha anche
creato una morsa sulle forniture dall' Asia Centrale
verso l' Europa orientale e centrale. Con il petrolio,
le consegne tramite petroliera possono sostituire gli
oleodotti. Con il gas, un gasdotto crea una dipendenza
a lungo termine.

L'arma del gas Russo si sta dimostrando un mezzo molto
piu' potente per sovvertire l' Europa che non il
comunismo o l'Armata Rossa. Poco trasparenti societa'
di intermediazione elargiscono molto denaro a politici,
partiti e funzionari pubblici, che favoriscono la linea
di condotta del Cremlino. Gerhard Schröder, che nella
veste di cancelliere di Germania si compiacque di essere
il miglior amico di Vladimir Putin in Europa, ora dirige –
senza dubbio per i piu' onorevoli motivi – la societa'
che sta costruendo un gasdotto sul fondo del mar
Baltico, per collegare Germania e Russia.

La Germania potrebbe tentare di ottenere gas altrove,
se costruisse terminali per gas naturale liquefatto.
Invece sta aumentando la dipendenza dallo autoritario e
cleptocratico regime al potere in Russia. "Noi siamo
quelli che non-hanno, e loro sono quelli che hanno," ha
detto uno scoraggiato funzionario di massimo livello
del ministero degli Esteri ai perplessi visitatori
inglesi la settimana scorsa.

Questa situazione sta anche rendendo le nazioni vicine,
come la Polonia, ancora piu' vulnerabili al ricatto del
Cremlino. Quando il gasdotto del Baltico sara' terminato,
la Russia potra' rifornire le nazioni ad essa amiche, e
nel frattempo tenere a secco quelle avversarie.
La Polonia, insieme agli Stati Baltici, sta cercando
freneticamente di diversificare le fonti di rifornimento.
Ma i progressi sono dolorosamente lenti.

I governanti Polacchi, impacciati, ma sinceri conservatori,
di recente hanno suggerito la costituzione di una
"Nato dell'Energia", per contrastare il potere Russo.
E' stato loro riso in faccia. Nessun piano contenente la
parola "Nato" nel nome avra' successo in Europa al
presente, e' stato loro detto. Un altro piano europeo di
importanza vitale, il gasdotto "Nabucco" (NdT. n°1)
attraverso i Balcani, e' bloccato, a causa della resistenza
passiva dei governi pro-Russia, in nazioni quali Ungheria
e Bulgaria.

Gli allarmi dovrebbero essere squillanti. Invece suonano
a basso volume. I consulenti della Nato questa settimana
hanno messo in guardia l'Alleanza che il prossimo
espediente della Russia potrebbe essere la costituzione
di un cartello a tipo Opec, insieme ad altri fornitori di
gas, tra cui Algeria, Libia ed Iran. Ma a tale ammonizione
non e' stato riconosciuto rilievo a Bruxelles e a Mosca.

Sicche' i Russi sono in arrivo, i Tedeschi sono in crescita,
e gli Statunitensi se ne vanno. Ogni nazione cerca il
migliore contratto possibile, a detrimento dei suoi vicini.
La sicurezza collettiva e' altrettanto seriamente necessaria
quanto lo era durante la Guerra Fredda.
Ma la Nato non puo' fornirla oltre.


Edward Lucas

# Edward Lucas e' corrispondente di 'The Economist'
per l'Europa centrale ed orientale

http://www.telegraph.co.uk/opinion/main.jhtmlxml=/
opinion/2006/11/17/do1702.xml&sSheet=/opinion/2006/11/17/
ixopinion.html


Nota del Traduttore

1) Il "Nabucco" e' un progettato condotto di gas naturale,
per il trasporto dalla Turchia all'Austria, via Bulgaria,
Romania ed Ungheria. Alcuni considerano tale gasdotto
come una deviazione dai correnti metodi di importazione
di gas naturale esclusivamente dalla Russia.
(da Wikipedia di lingua inglese)


Traduzione di Francesco Caselli

venerdì 17 novembre 2006

Gli Accademici tedeschi: "Basta ai trattamenti di favore verso Israele."

Ynetnews

16 novembre 06


La Germania ha pagato abbastanza per compensare
l' Olocausto, ed Israele ha ricevuto un sufficiente
trattamento di favore da quella nazione a titolo di
riparazione - dichiarano 25 Accademici tedeschi.

In una petizione pubblicata mercoledi' scorso sulla
"Frankfurter Rundschau" (nota n°1) gli Accademici -
descritti come professori molto influenti nella
qualita' di consulenti del governo tedesco - hanno
dichiarato che e' tempo che la loro nazione aiuti
gli Arabi Palestinesi tanto quanto ha sostenuto
la nazione Giudea.

Le conseguenze dello Olocausto hanno comportato
molta sofferenza tra i Palestinesi e la Germania
era pertanto tenuta a sostenere anche loro, e
non solo Israele.

Mancare di fare cio', hanno ammonito i
sottoscrittori della petizione, potrebbe portare
ad inquietudine tra i cittadini tedeschi.


Ynetnews

scelto da Rense.com
http://www.jnewswire.com/article/1383S

Nota del traduttore
1) "Rivista di Francoforte"


traduzione di Francesco Caselli

sabato 11 novembre 2006

Un Colpo di Stato in Usa

Richard Carlucci

03 novembre 2006


La Storia segnera' tale evento come il momento in cui
la sanita' di mente ricomincio' ad albergare tra le
mura del Potere.

La pubblicazione di questo tipo di critica incisiva su
tutti e quattro i periodici "Military Times" Usa, alla
vigilia della piu' importante elezione nella storia
moderna della nazione, sara' registrata come la piu'
coraggiosa dichiarazione scritta che il nostro esercito
abbia mai rilasciato.

Non confondetevi - tale documento e' quanto
di piu' vicino ad un Colpo di Stato che abbiamo
mai visto in questa nazione.


L'esercito ha visto abbastanza, ed e' evidente che non
consentira' al nostro sempre piu' traditore Presidente
di portare questa nazione oltre sulla strada che porta
alla distruzione. In tale editoriale io vedo non solo
il ripudio di Rumsfeld, ma della intera guerra.
Della intera politica estera.

Leggete tra le righe, amici, e vedrete che le nostre
forze armate hanno tracciato una linea dalla parte della
ragionevolezza. Una linea tra sanita' ed insanita'
mentale. Tra verita' e menzogne. Tra cio' che il
dovere impone e cio' che la lealta' verso questa
nazione non consentira'.

La guerra e' FINITA. I nostri comandanti
militari stanno rifiutando di seguire Bush nel
precipizio, e si sono impuntati allo scopo di fermare
questa serie di disastri.

Leggete le loro parole con attenzione - perche' noi
possiamo confidare in completa certezza che proprio
tutte sono state scelte con molta, MOLTA attenzione.

Il messaggio e' chiaro nel seguente brano del loro
documento:

"Nel frattempo i colonnelli ed i generali hanno chiesto
ai loro superiori politici piu' truppe. I responsabili
dei servizi hanno chiesto piu' denaro.

Tutto il tempo Rumsfeld ci ha assicurato che le cose
erano in completo controllo."

Ci stanno dicendo che l' Amministrazione ci ha mentito
per tutto il tempo su OGNI COSA. E che i Generali non
lo tollereranno oltre. Non rimarranno silenti, mentre
la maggior parte dei migliori della nostra nazione
muoiono per una causa persa - per una politica fallita
- per uno sforzo bellico senza speranze.

L' Esercito ha detto la sua. Ha fatto la sua richiesta.

Non vorrei essere George W. Bush nemmeno in una giornata
positiva. E certo non vorrei esser lui per i prossimi
quattro giorni. Senza dubbio la Casa Bianca sta chiamando
a sostegno specialisti nel buttar acqua sul fuoco,
perche' l' Amministrazione sta collettivamente compiendo
una serie di gaffe, mentre noi parliamo. Persino io le
farei, se fossi al posto loro.

E tuttora io mantengo fiducia. Questa e' la migliore
notizia del periodo elettorale, per quanto mi riguarda.

Sono certo, miei concittadini, che i nostri generali,
molto tempo prima che questo editoriale fosse scritto,
hanno concordato un piano su cosa fare se Bush
rifiutasse di esaudire la loro richiesta.
Mi dona conforto sapere che delle persone che
mirano ai nostri migliori interessi hanno ora preso
il controllo della situazione.


Non ho mai pensato che avrei visto un giorno simile -
non in questa nazione. Il Signore ci aiuti tutti, se
Bush rifiutasse.

::::

Dico questo non perche' io voglia essere allarmista.
Naturalmente un poco lo sono, ma in questi giorni non
potete permettervi di non esserlo. No, dico questo
perche' il contenuto, la natura, ed il contesto
temporale di questo editoriale sono semplicemente
senza precedenti.

Ignoro quale effetto i nostri generali si propongano, e
non conosco neanche quale risposta si attendano.
Ma SO BENE che i nostri generali, a differenza dai nostri
leader civili, non si lanciano in territorio sconosciuto
senza un piano.

E neanche presentano richieste come questa ....., MAI.
Sicche' qualcosa e' in atto.

Il Presidente ha un possibilita' di scelta.
O acconsente ad esaudire le richieste dei suoi generali,
ed il colpo di stato sara' ufficiale. Oppure rifiuta.
Quello che essi intendono fare in tale evenienza lo ignoro,
ma potete scommettere che sarebbe qualcosa di concreto.
E che le estreme conseguenze politiche sarebbero
catastrofiche.

Se Bush rifiutasse, cio' aprirebbe lo scenario,
come minimo, per l' impeachment.
Forse e'
proprio quello che i nostri generali progettavano.
Mi sembra che essi potrebbero indicare una volonta' di
testimoniare alti crimini ed illeciti comportamenti,
se non alto tradimento, se i Democratici chiedessero
la loro opinione.

Ma, quali che siano le loro intenzioni, siamo alle prese
con una autentica crisi. E non solo politica.

Aggiornamento del 04 novembre 2006 da
parte di Richard Carlucci:
"Grazie a tutti
coloro che mi hanno rassicurato che mi starei
preoccupando oltre il giusto. E' bello essere sulla
lista dei recensiti, ma e' anche piu' piacevole
constatare che cosi' tante altre persone pensano che
ho probabilmente superato il segno, su di una questione
cosi' seria.

Per la precisione, non ho mai inteso fare riferimento
ad un Colpo di Stato del tipo carriarmati-nelle-strade.
Una cosa simile probabilmente non succedera' mai in
Usa. Ma un editoriale come questo, pubblicato in quel
preciso momento, non viene stampato simultaneamente
su questi periodici senza che alcuni Generali molto
importanti vogliano mandare un chiaro messaggio che
la scelta del Presidente riguardo a Rumsfeld non e' da
loro condivisa. Un evento simile, credo, e' quanto di
piu' vicino a portare ad un colpo di stato in Usa.
E, francamente, nemmeno vorrei andare piu' vicino.

Sono proprio lieto che le persone che guardano ai
nostri migliori interessi alla fine vogliano decretare
il cessate-il-fuoco in Iraq, anche se cio' significa
usurpare il ruolo del loro Comandante in Capo. E cio'
e ' quello che effettivamente vedo succedere con tale
editoriale.


Richard Carlucci

http://www.dailykos.com/storyonly/2006/11/4/04233/2962


traduzione di Francesco Caselli